Parco Doria al via la grande trasformazione

Il progetto può anche essere condivisibile, ma non è stato discusso

Savona, città delle grandi opportunità, città delle grandi occasioni. La litania, ormai, supporta ogni intervento che viene programmato, o che è già in essere, e che pretende di migliorare la sorte qualitativa della vita, dell'economia e della socialità del nostro capoluogo di provincia. Già ai tempi del sindaco Ruggeri vigeva il refrain che abbiamo citato: Torre di Orsero, Crescent e, complessivamente, l'intero progetto "Orsa 2000" erano decantati come una straordinaria spinta propulsiva per l'intero comprensorio, non solo per la città di Leon Pancaldo. Salvo il dimenticare che la natura del porto, prettamente commerciale, sarebbe stata in qualche modo intaccata con la colata cementizia sulla Vecchia Darsena. Il risultato? A Filo d'Acqua pochissimi elaborazione graficasono gli appartamenti venduti e la zona della Calata è indubbiamente vissuta nei fine settimana da un nutritissimo fenomeno di ritrovo giovanile, ma il tutto si ferma qui e l'economia generale del savonese non è certo migliorata. Soprattutto per chi magari una casa la cercava da tempo, l'attendeva da molto ma non aveva e non ha il portafoglio bello pieno di euro o un libretto degli assegni tale da consentirsi un posto nella celeberrima Torre che somiglia tanto ad un villaggio di plastica, stile Playmobil.

Ma veniamo all'oggi: pochi giorni fa la Giunta comunale ha approvato il progetto che IPS ha realizzato per le aree del Parco Doria. Entro il 2009, se il percorso istituzionale sarà lineare e non subirà intoppi, circa 22 mila metri quadrati di terreno saranno destinati in larga parte ad insediamenti produttivi di stampo artigiano e manifatturiero: solo 2 mila metri quadrati saranno adibiti ad uffici direzionali e 1.100 ad attività commerciali non alimentari. Il sindaco Federico Berruti e l'assessore al Commercio Franco Aglietto hanno parlato di grande occasione per Legino e per il ponente cittadino. Una nuova opportunità, insomma.

Sembrerebbe proprio così se non si andasse avanti a colpi di varianti sul Piano regolatore comunale per mettere in piedi questa nuova progettualità sulle aree della ex ferrovia. Opportunità dovrebbe far rima con crescita occupazione, oltre che produttiva. Le due cose non possono essere separate, se non altro per obbedienza alle leggi del mercato. Ma gli stessi amministratori parlano di un numero massimo di occupati pari ad 80 unità. Nel progetto è prevista anche la realizzazione di una palestra su 800 metri quadrati. Un'opera che verrebbe realizzata dalla stessa IPS.

«Il progetto in se può anche essere condivisibile - ci spiega il Segretario provinciale di Rifondazione Comunista Marco Ravera -, ma ancora una volta siamo stati costretti a discutere un progetto "preconfezionato" che non ha coinvolto ne l'intera maggioranza, ne la cittadinanza. un'elaborazione grafica relativa al progettoUn'area estremamente importante che la Regione individuava, nel suo parere sul PUC, quale possibile Distretto di trasformazione, così come l'area della Metalmetron. Le stiamo escludendo tutte. Una alla volta. Senza considerare il fatto che alcuni aspetti proprio non mi convincono. È comparsa un'area commerciale, è stata aumentata di ben 11 metri l'altezza degli edifici e contestualmente ridotta la distanza tra essi».

«Per questo - prosegue Ravera - in accordo con il Gruppo comunale, Sergio (Lugaro, ndr) si è astenuto in Commissione. Un segnale. Le cose non possono e non devono andare avanti così».

Un segnale appunto. Chissà se il Partito Democratico lo ha recepito.

la redazione del sito
Savona - 9 Novembre 2007