Teniamo vivo il dibattito sulle prospettive della nostra città

Tre punti di radicale dissenso verso la politica dell'Amministrazione Comunale di Savona

il Sindaco di Savona Carlo RuggeriIl Sindaco di Savona ha esplicitato, nel corso di una lunga intervista apparsa sulle colonne del "Secolo XIX" domenica 9 Maggio, bilancio e filosofia dell'amministrazione civica da lui diretta.

Ritengo utile, al fine di continuare a tener vivo un dibattito di merito sulle prospettive sociali, economiche, politiche della nostra Città esplicitare tre punti di radicale dissenso, rispetto a quanto è emerso dalle dichiarazioni rilasciate:

  1. prima di tutto va fatta rimarcare l'assoluta assenza di realizzazioni rispetto a quanto annunciato, nel testo dell'intervista, come già fatto o in procinto di essere compiuto: ex-Ospedale San Paolo, Palazzo Santa Chiara, Metalmetron, Teatro Chiabrera (davvero paradossale il tentativo di far passare il tendone collocato sul parcheggio del piazzale della Vecchia Stazione come una "conquista": mi pare che gli artisti più importanti che avrebbero dovuto esibirsi abbiano dato forfait), ecc, rimane tutto da fare e da definire. Intanto rimangono del tutto insoluti altri problemi, altrettanto gravi: Stadio fatiscente, lavori del Palazzetto dello Sport (a che punto siamo? È vero che ci si è "dimenticati" di ordinare gli arredi?), parcheggio del Sacro Cuore, abbozzo della caserma dei Carabinieri in Corso Ricci, Orti Folconi e altro ancora. Si tratta della solita politica degli annunci, così ben amaramente descritta dal presidente uscente dell'Amministrazione Provinciale, in una sua recente intervista d'addio. A meno che non si pensi di celebrare le due più importanti realizzazioni di questa amministrazione: la "pista ciclabile" di corso Ricci e l'aver fatto pagare ai savonesi quello che avevano gratis (la sosta nel già citato piazzale della ex-stazione);
  2. non si può assolutamente minimizzare, così come si fa nell'intervista in questione, l'assenza del Piano Urbanistico Comunale e, soprattutto, appare grave il richiamo alla continuità con le varianti urbanistiche datate 1990 (14 anni fa!). Tanto più che, nel frattempo, si è mutata la destinazione d'uso delle aree più importanti del territorio cittadino, quelle dell'Italsider, su cui sorgerà il famigerato Bofill. È già stato detto, ma vale la pena ripeterlo: l'assenza di un Piano Urbanistico Comunale priva la Città di una visione d'insieme delle problematiche urbanistiche che la riguardano, consente operazioni speculative parziali, condanna le periferie al degrado, costituisce un'omissione decisiva verso lo sviluppo del dibattito democratico: quasi una sospensione della democrazia, un atto (non fare il PUC) di autoritarismo insopportabile;
  3. l'economia delle "crociere" e l'apertura dei negozi alla domenica (al di là dei risultati contingenti) non basterà a supportare l'economia savonese. Ridurci in questa dimensione, di dipendenza dai capricci del turismo e della speculazione edilizia, è cattiva politica, miope, incapace di progettare un futuro diverso che deve, partire, invece, orientandosi su tre direttrici fondamentali: infrastrutture (stradali e ferroviarie) da adeguare; presenze sul territorio di strutture produttive fondate sulle frontiere più avanzate dell'innovazione tecnologica (occorre muoversi, in questo senso, pensando a richiamare flussi di capitale diversi senza avere una visione corporativa di difesa di determinati interessi, sollecitare rapporti a livello europeo, programmare in questi direzione l'utilizzo di pezzi importanti del nostro territorio, a partire, ad esempio, dalla aree ex- Metalmetron); recupero dei contenitori storici più importanti situati nel centro della Città (ex-Ospedale San Paolo, Palazzo Santa Chiara) per allargare la presenza universitaria, orientandosi verso facoltà di tipo umanistico (si farebbero, così, ritornare anche "cervelli" e si potrebbe seguire l'unica strada possibile per il rilancio del centro ottocentesco: la vera chiave di volta per il rilancio di Savona).

Franco Astengo
Savona - 9 Maggio 2004