Quiliano: area logistica naturale per il porto di Savona-Vado?

In tanti all'iniziativa organizzata a Quiliano da Rifondazione Comunista

il saluto della Segretaria di Circolo Paola VotteroNicola Isetta Sindaco di Quiliano, Carlo Giacobbe Sindaco di Vado Ligure, Rino Canavese Presidente Autorità Portuale Savona, Francesco Rossello Segretario CGIL Savona e Silvio Pirotto Circolo Gramsci di Rifondazione Comunista sono stati, moderati da Roberto Sangalli Capo Redattore de Il Secolo XIX Savona, i protagonisti della tavola rotonda promossa dal Circolo Gramsci del PRC di Quiliano.

Il confronto si è sviluppato sostanzialmente su due binari. Il primo più legato al territorio quilianese, contenuto in un documento del circolo di Rifondazione Comunista, ovvero la possibilità di utilizzare alcune aree del Comune di Quiliano come naturale retroporto del porto di Savona-Vado, il secondo riguarda l'intero comprensorio e cioè l'opportunità o meno della piattaforma Maersk.

La serata, aperta dal saluto della Segretaria di Circolo Paola Vottero e chiusa dal Segretario provinciale di Rifondazione Comunista Marco Ravera, ha rappresentato un'occasione importante di confronto tra amministratori e cittadini che hanno potuto liberamente e senza alcun filtro porre domande, avanzare dubbi (significativa a tal proposito la partecipazione di una "delegazione" del Comitato Vado Vuole Vivere).

Pubblichiamo, per completezza di informazione, il documento del Circolo Gramsci e le conclusioni di Marco Ravera.

la redazione del sito
Savona - 1 Novembre 2007

Analisi sulla situazione politica del Comune di Quiliano

Con questo documento il Circolo del Partito della Rifondazione Comunista del Comune di Quiliano, anche in considerazione dell'essere la seconda forza politica sul territorio, propone alle forze politiche che governano il nostro Comune, di iniziare una profonda riflessione che, partendo da un'analisi puntuale sul percorso fatto, consenta di costruire una forte piattaforma politico/culturale come base essenziale per governare in futuro il nostro territorio.

Le motivazioni che hanno indotto il nostro Circolo ad intraprendere da sinistra: Isetta, Giacobbe, Canavese e Rosselloquesta iniziativa sono scaturite dalla consapevolezza che le problematiche con le quali si deve quotidianamente confrontare chi governa il nostro territorio, impongono valutazioni, analisi ed approfondimenti tali da rendere indispensabile l'elaborazione di una strategia complessiva in modo tale da dare risposte chiare serie e credibili ai problemi.

Il Comune di Quiliano, negli ultimi 15/20 anni, ha subito trasformazioni marcate in tutti i suoi ambiti, che hanno aperto problematiche nuove agli amministratori; il diverso atteggiamento della popolazione rispetto all'approccio ai problemi, l'erodersi del potere di acquisto delle famiglie, il regredire delle aspettative rispetto agli anni passati, ha creato tensioni crescenti che riverberano anche e soprattutto sui rapporti con le istituzioni immediatamente vicine catalizzando anche quelle non dovute.

È dovere di una forza politica che ha la presunzione di rappresentare le fasce più deboli della nostra società, iniziare un'analisi approfondita e farsi parte dirigente affinché la propria azione politica possa risolvere questi problemi.

Anche per un Comune con salde tradizioni di sinistra ed ancorato ai valori del lavoro e della resistenza, gli ultimi vent'anni hanno rappresentato un cambiamento epocale che ha inevitabilmente intaccato i valori di riferimento. La comunicazione di massa, dal dopoguerra ad oggi che ha spaziato dalla televisione alla radio arrivando a quella globale di internet, ha permesso ad un ampio numero di persone di accedere ad un'enorme quantità di immagini e notizie creando, da un lato una grande occasione di conoscenza dei fatti, dall'altro una difficoltà crescente di discernimento ed analisi degli stessi.

La crisi del sistema politico italiano dopo la caduta del muro di Berlino e tangentopoli, ha imposto ai partiti una profonda riflessione sulla loro funzione all'interno di una società che stava cambiando da sinistra: Canavese, Rossello, Pirotto e il moderatore Roberto Sangallipiù rapidamente delle loro elaborazioni politiche. Le forze politiche hanno dovuto adeguarsi a questa rivoluzione adeguando le loro strategie che, senza intaccarne i principi di riferimento, potessero rispondere alle nuove esigenze ed ai nuovi bisogni della società. Non tutti hanno saputo percorrere questa strada con le conseguenze che tutti conosciamo.

Nel nostro Comune questa situazione si è rivelata più marcata anche per il fatto che il tessuto sociale ha subito variazioni significative in conseguenza di consistenti flussi migratori dovuti a nuovi insediamenti abitativi. Si è verificato un aumento di popolazione in tempi relativamente brevi che ha fatto emergere nuovi problemi ed esigenze che si sono sommate a quelle quotidiane da affrontare.

L'elaborazione politica che avrebbe dovuto seguire i cambiamenti, per carenza di quadri dirigenziali adeguati alla complessità dei problemi, ha subito un rallentamento significativo fino quasi a fermarsi, determinando una carenza strategica difficilmente colmabile.

Sul nostro territorio i partiti hanno subito metamorfosi profonde. Il panorama politico quilianese, ha visto alternarsi ai propri vertici persone diverse, che hanno di conseguenza espresso posizioni politiche le più sfumate possibili.

Tutto questo si è riflesso negativamente sulla vita politico/amministrativa con la conseguente mancanza di elaborazione di una linea che permettesse di proseguire su obiettivi strategici e di lungo respiro.

Una svolta è stata tentata nel 1999 con l'idea di fondo che coinvolgendo il maggior numero di soggetti rappresentativi delle realtà e sensibilità del territorio, si riuscisse ad analizzare in modo ampio ed approfondito i vari aspetti delle problematiche del nostro territorio, finalizzando l'analisi all'elaborazione uno scorcio sul pubblicodi un programma e sopperendo in tal modo alla carenza di elaborazione politica e strategica dei partiti tradizionali.

L'avvento della prima Giunta Isetta ha rappresentato una rottura sia per il massiccio coinvolgimento di persone appartenenti alla cosiddetta "società civile" che sono entrate a far parte del Consiglio Comunale e della Giunta, sia per l'innovativo e ambizioso programma elettorale di cui il nuovo gruppo si è fatto portatore e garante. Principalmente il programma tendeva a ridisegnare, partendo anche dal lavoro svolto dalla precedente amministrazione e mai attuato, un nuovo assetto territoriale in cui convivessero istanze vecchie e nuove, coniugare nell'ambito del rispetto di attività tradizionali, quali l'agricoltura e la piccola industria e commercio, nuove vocazioni come quella turistica e di lavorazione manifatturiera, effettuate utilizzando gli spazi individuati dal Piano Urbanistico, nel rispetto dell'ambiente e con un occhio realistico alla realtà infrastrutturale del territorio e delle fattive possibilità di effettuare lavori importanti in tale senso, una particolare attenzione alla realtà particolare delle frazioni favorendo la creazione di presidi ambientali.

Particolare attenzione è stata posta "vivibilità"del paese, attraverso una marcata attenzione per l'aspetto sociale, è stata orientata l'attenzione verso le fasce deboli della popolazione, sono state attivate iniziative per ragazzi e anziani, sulle aree verdi e i giardini pubblici (sono stati ristrutturati o progettati ex-novo), i prodotti tipici sono stati adeguatamente valorizzati, creando un "volano" che gli interessi dei privati dovranno utilizzare per uno sviluppo futuro.

Il giudizio di quella esperienza, tenuto conto delle premesse, può essere di massima considerato positivamente in quando si è tentato di tracciare un percorso, in parte ancora da consolidare e da riempire di contenuti, rivolto ad affermare il concetto di politica mediata e rivolta alla tutela delle fasce più deboli della società.

Un limite oggettivo a questo progetto lo si può attribuire alla poca convinzione dei partiti la parola al Sindaco di Quilianoin quanto consapevoli che lo stesso nasceva da una debolezza di fondo del loro sistema e pertanto in antitesi.

Il circolo del Comune di Quiliano della Rifondazione Comunista, pur con le oggettive difficoltà che il quadro politico nazionale poneva, ha dato appoggio a questa strategia credendo e sperando che fosse la più giusta per gli interessi della collettività quilianese, privilegiando così l'interesse collettivo rispetto a quello di partito.

Le progetto politico che ha portato alle elezioni amministrative del 2004 ha calcato, all'inizio il percorso, l'elaborazione fatta cinque anni prima deviando, in dirittura d'arrivo, verso una mediazione politica che teneva conto più agli equilibri del quadro politico generale che alle linee guida originali. Forse non si è valutato prima ed in maniera approfondita che l'esperienza precedente era permeata da contraddizioni di fondo pertanto andava adeguata all'evoluzione delle dinamiche politiche in corso.

Si può affermare che chi aveva il compito di adeguare gli equilibri necessari, non ha avuto la sensibilità di tradurre in realtà la situazione venutasi a creare dopo le elezioni politiche navigando a vista e senza tenere conto di quanto accadeva.

Sul piano del consolidamento interno si può dire che l'attuale Amministrazione ha in parte centrato l'obiettivo di creare una condizione di miglioramento delle condizioni di vita con alcune criticità che per motivi in parte esogeni ed in parte endogeni devono essere ancora oggetto di riflessione politica. Le cause esogene sono davanti a tutti; le sconsiderate politiche soprattutto economiche riservate agli Enti Locali dal Governo Berlusconi non hanno permesso di attuare tutto quello che la prima Amministrazione Isetta si era proposta di fare, il piano triennale delle opere pubbliche ha subito un drastico ridimensionamento, obbligando il Comune di Quiliano, così come anche replica il Presidente dell'Autorità Portualela maggior parte degli enti sovra - ordinati a porre un serio freno allo sviluppo (sono drasticamente diminuiti anche i bandi di finanziamento promossi da Provincia, Regione e Stato).

A tre anni dall'insediamento dell'attuale amministrazione questo Circolo ritiene che sia necessaria una discussione profonda che, partendo dalle premesse fatte, se necessario mettendo anche sotto lente di ingrandimento il proprio operato, tenti di elaborare una nuova strategia politica tesa ad adeguare l'azione delle forze politiche di governo del territorio alle nuove necessità ed esigenze. Si elabori una piattaforma politica in evoluzione che, valutando quanto di buono fatto, crei solide basi politico/culturali condivise sulle quali costruire le prossime alleanze. I partiti devono avere la presunzione e l'umiltà di fare analisi politiche chiare e serie per rispondere ai problemi sempre più pressanti che si presentano, evitando così di subirne gli eventi. È necessario domandarci quale grado di elaborazione sia necessario affinché si possano dare risposte a questa difficile situazione economica e di prospettive.

La presente relazione vuole però porre l'attenzione uno degli aspetti più importanti e forse parzialmente "incompiuti" della partita di gestione del territorio.

Nonostante il serrato dibattito interno svolto a livello politico inerente l'utilizzo delle aree di sviluppo presenti nel Comune, le idee che scaturiscono non appaiono ancora molto chiare. Pare indispensabile in tal senso legare molti aspetti dello sviluppo di Quiliano ad una imprenditoria manifatturiera non inquinante che veda nell'immediato entroterra costiero un valido supporto alle attività portuali di cui per vocazione logistica il territorio quilanese sembra essere la naturale continuazione. Occorre porre più attenzione all'offerta presente sul comprensorio, alle grosse realtà produttive interessate a porzioni di territorio nell'ottica anche di una tutela e uno sviluppo occupazionale. Occorre la profusione di energie nel ricercare sinergie ancora il pubblicocon enti pubblici e privati viciniori, interessati a iniziative e soprattutto occorre fare questo nei giusti tempi che consentano sia all'Amministrazione di ponderare le scelte ma che rientrino nei tempi di programmazione e di strategia di sviluppo aziendale degli eventuali interlocutori.

Esiste ancora un sufficiente scorcio di legislatura per poter completare l'aspetto più politico della pianificazione territoriale iniziata sul piano amministrativo con il PUC.

Il Comune di Quiliano ha saputo sviluppare in modo marcatamente sfumato una forte azione di visibilità verso l'esterno che si è tradotta in una ridotta incisività agli appuntamenti nei quali vengono prese le decisioni strategiche di programmazione del territorio. È mancata la capacità di creare le condizioni affinché altri finanziamenti fossero acquisiti. Le strategie complessive sul nostro futuro sono solo state parzialmente enunciate sui documenti ufficiali, ma mancano ancora di gambe Non c'è consapevolezza completa della loro portata. La necessità di indirizzare in modo deciso la finalizzazione delle aree IP alla logistica portuale non è ancora radicata in tutti gli amministratori, qualcuno forse pensa ancora ad altre soluzioni o ad aspettare che altri decidano. Sull'area di S.Pietro in Carpignano è stato elaborato un buon progetto che, pur essendo ancora da implementare relativamente al tipo di gestione, potrà rappresentare un buon impulso sia di immagine che economica al nostro Comune. I depositi Sarpon, dove il Comune di Quiliano raccoglie solo briciole della ricchezza che questa pesante servitù eroga al territorio e che non ricade per niente su un comune che, nei fatti, è il primo terminal portuale del porto di Savona/Vado. Questi sono i punti strategici sui quali questo circolo ritiene proporre una profonda riflessione. Affrontandoli in modo superficiale o sbagliato creerebbe danni irreversibili all'economia del nostro territorio già in affanno.

È necessario stabilire una strategia di regole che permetta veramente ai soggetti presenti nella vita politica quilianese di concorrere alle scelte cogenti, in questo senso il gruppo allargato è già stato un tentativo di laboratorio politico, purtroppo le vere decisioni vengono di norma prese altrove prima di approdare a quest'organismo. È necessario che la politica acquisti qualità e sia fondata su reali valori di servizio alla collettività.

Il Circolo non ha la presunzione di mettere in discussione quanto già concordato nel documento programmatico sottoscritto ma, con spirito costruttivo, utilizzare quanto di positivo è stato fatto ed elaborare una nuova piattaforma politica, focalizzare e stimolare la discussione su livelli programmatici specifici e dare spunti di discussione per il futuro.

Circolo Gramsci di Quiliano
Quiliano - 30 Ottobre 2007

Le conclusioni del Segretario provinciale

Non credo di essere all'altezza di formulare alcune conclusioni a questa interessante tavola rotonda vorrei tuttavia fare una precisazione e avanzare alcune considerazioni.

Innanzitutto voglio sottolineare che quella che è emersa questa sera non è la posizione di Rifondazione Comunista non a caso se escludiamo Silvio Pirotto nessuno dei protagonisti di questa serata è iscritto al PRC. Il nostro partito ha promosso una tavola rotonda, come si legge chiaramente nella locandina, un momento di incontro con i cittadini che, come testimoniato dalla partecipazione e dai numerosi interventi, è riuscita ampiamente nel suo intento. il Segretario della Camera del LavoroPer questo ringrazio il Circolo Gramsci e tutti i relatori.

Chiarito questo aspetto voglio soffermarmi su un'altra questione. All'inizio della serata ho iniziato a contare le volte in cui i relatori hanno pronunciato la parola "sviluppo". Raggiunto quota cinquanta in pochi minuti, mi sono stancato...

Rifondazione Comunista è troppo spesso e grossolanamente considerata, e fatta apparire, come il partito del No. Un partito per l'immobilismo, contro lo sviluppo, contro le riforme (che se peggiorative in italiano dovrebbero essere più propriamente chiamate controriforme). Nulla di più lontano dalla realtà. È vero non siamo come altri nati per governare, per noi il governo è un mezzo non il fine ultimo, ma siamo ugualmente capaci di avanzare proposte, di trovare soluzioni anche ai tanti, troppi problemi del nostro territorio, come ampiamente dimostrato anche in questa serata.

Quelli che impropriamente vengono letti come dei semplici No sono frutto di un ragionamento, di una riflessione, di un criterio di giudizio. Si parla spesso e genericamente di sviluppo, ma questo non può essere l'unica lente attraverso la quale osservare e far crescere le nostre città, creare benessere e ricchezza. Per questo noi parliamo di "sviluppo sostenibile" la cui definizione è entrata stabilmente a far parte del linguaggio politico. Noi proponiamo quel modello di sviluppo che rappresenta il punto d'incontro tra sviluppo economico, sostenibilità ambientale ed equità sociale.

Con questa convinzione, con questo modello di riferimento abbiamo affrontato e affrontiamo anche i progetti che nella provincia di Savona vengono genericamente etichettati come "occasione di sviluppo". Abbiamo detto Sì sofferti come quello per la centrale a biomasse verdi nelle aree di Ferrania e Sì decisamente l'ultimo intervento del pubblicopiù convinti come quello che riguarda la nuova politica dei rifiuti che ha tra i suoi pilastri la promozione della cosiddetta raccolta differenziata "porta a porta" attiva in tutte le grandi città del nord, sia quelle amministrate dal centrosinistra, sia quelle amministrate dal centrodestra come Milano.

Ma, come noto, abbiamo anche detto dei No. Forti e chiari. No ad inutili infrastrutture quali l'Aurelia Bis che così come progettata non andrà a risolvere l'annoso problema del traffico. O l'Albenga-Predosa che rischia di mettere in forte discussione gli equilibri ambientali soprattutto in relazione alle risorse idriche superficiali e profonde. Magari utile, ma ad un costo ambientale troppo alto. Per no parlare del No forse più "celebre", quello al porticciolo della Margonara. Per noi, e lo dico con una battuta, non si bonifica nulla con il cemento.

Con analogo criterio stiamo in queste settimane affrontando la proposta della piattaforma della Maersk. In Rifondazione Comunista si confrontano posizioni diverse. Due posizioni che rappresentano una ricchezza all'interno del nostro partito. La prima, quella che abbiamo indirettamente sentito questa sera, vede la piattaforma come un'occasione importante soprattutto per quanto riguarda il profilo occupazionale. La seconda, non rappresentata questa sera, ma ugualmente degna di considerazione, vede sostanzialmente il progetto troppo invasivo dal punto di vista ambientale e con ricadute più negative che positive per la cittadinanza. Sono tuttavia convinto che sapremo giungere ad una sintesi tra queste posizioni apparentemente così lontane.

Per conoscere meglio il progetto, per sollevare alcuni dubbi e per avanzare alcune proposte negli ultimi mesi ho incontrato personalmente tutti i relatori di questa serata, così come altri amministratori e altri soggetti.

Tre sostanzialmente le questioni, a mio parere, su cui ragionare. La prima riguarda la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini, non a caso anche la Maersk ha dichiarato di volere il consenso dei vadesi. le conclusioni di Marco RaveraSe è vero come è vero che per legge non è possibile fare un referendum consultivo in quanto lo strumento referendario può essere adottato solo per materie di stretto interesse comunale, è altrettanto vero che su un progetto di tale portata è opportuno far esprimere la cittadinanza.

Il secondo punto riguarda l'ambiente, le modalità costruttive e la vivibilità. La piattaforma, ha ottenuto la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) regionale positiva seppur con diverse prescrizioni. Vi è poi da considerare non tanto l'erosione della costa, come temevo inizialmente, ma un non meno dannoso ristagno delle acque nella zona di Porto Vado. Sono state fatte alcune importanti modifiche per evitare questo problema, così come sono state fatte modifiche per ridurre per quanto possibile le dimensioni dell'opera; mi riferisco ad esempio al discorso sopra/sottopassaggio che ha permesso di recuperare diverse decine di metri. Non meno importante la vivibilità di Vado. La costruzione della piattaforma dovrà andare di pari passo con quella delle infrastrutture e dei servizi a terra, in caso contrario arriveremmo davvero ad un collasso della zona.

Il terzo punto riguarda infine l'occupazione. Fermo restando che dai dati in nostro possesso è difficile, se non impossibile, prevedere a lungo termine (massimo 5 anni) traffici e occupazione di una struttura come quella progettata, dal nostro punto di vista i neo assunti dovranno avere un lavoro stabile (garantito anche dall'applicazione del contratto dei lavoratori portuali). Le assunzioni inoltre dovranno riguardare anche gli over 50, assunzioni quindi in grado di "ricevere" i disoccupati/cassintegrati delle realtà in crisi della nostra provincia. Infine si dovrà evitare che i corsi di formazione per i foto di Marco Sferininuovi addetti non si trasformino in forme di sottooccupazione. Queste, in estrema sintesi, le nostre preoccupazioni e le nostre proposte.

Un partito quindi, e chiudo davvero, che sa dire di Sì quando c'è da dire di Sì e sa dire di No quando c'è da dire di No. Ringrazio nuovamente il circolo di Quiliano per aver organizzato questa tavola rotonda. Un Circolo che con il Sindaco Isetta ha dimostrato con successo, prima della stessa Federazione, la bontà della politica delle alleanze e direi che i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ringrazio infine il moderatore Roberto Sangalli e voi che con grande interesse avete partecipato a questa serata.

Marco Ravera
Segretario provinciale Rifondazione Comunista
Quiliano - 30 Ottobre 2007