Il ddl Lupi e l'esperienza savonese

Il testo sopprime il principio del governo pubblico del territorio

La Camera dei deputati si appresta a votare la riforma del governo del territorio, nel testo approvato dalla VIII Commissione Parlamentare. Il testo dovuto, in gran parte, al lavoro del Presidente della Commissione on. Lupi (Forza Italia) il progetto Bofillsopprime il principio stesso del governo pubblico del territorio, che rappresenta una delle principali conquiste del pensiero liberale ed accomuna tutti i paesi sviluppati, e cancella i risultati di importanti conquiste per la civiltà e la vivibilità della condizione urbana e la tutela del territorio, ottenute nel corso dell'ultimo mezzo secolo dalle forze sociali e politiche e dalla cultura italiana. Nonostante la rilevanza del provvedimento, il dibattito si è sviluppato in un silenzio preoccupante, segno chiaro che pure i partiti di opposizione e quelli di sinistra hanno sottovalutato la questione.

Un'altra legge in linea con l'ideologia neo-liberista, buona per lasciare mano libera, quanto basta, alla rendita immobiliare. E, anche in questo caso, sembra destinato a fallire il tentativo di temperare una cultura di governo che non nasconde il proposito di imporre gli interessi particolari, su quelli generali. Se il progetto di legge uscito dall'VIII Commissione sarà confermato dall'Aula, l'idea di governo del territorio, il progetto Bofillcome si esercita nei paesi europei, sarà fortemente ridimensionata. Ciò che di buono hanno significato le leggi del 1939 e del 1942 (in piena era fascista!) fino alla legge – ponte e alla 431 del 1985, sarà in gran parte vanificato.

Nella legge si sostituiscono gli "atti autoritativi", e cioè la normale attività pubblica di pianificazione, con gli "atti negoziali con i soggetti interessati". La relazione di accompagnamento della legge, specifica che i soggetti interessati non si identificano – come sarebbe auspicabile – con la pluralità dei cittadini, che hanno diritto di vivere un ambiente urbano vivibile e salubre, ma si identificano, invece, con la ristretta cerchia degli operatori economici. Un diritto collettivo, viene quindi sostituito con la sommatoria di interessi particolari: prevalenti, quelli immobiliari.

I luoghi della vita comune, le Città ed il territorio sono affidati alle convenienze di un mercato senza regole. Nella legge si sopprime, anche, l'obbligo di riservare determinate quantità di aree alle esigenze di verde, servizi collettiviil progetto Bofill (scuole, sanità, sport, cultura, ricreazione) e spazi di vita comuni per i cittadini, ottenuti decenni fa grazie ad un impegno massiccio delle associazioni culturali, delle organizzazioni sindacali, del movimento associativo, delle forze politiche attente alle esigenze della società.

Gli "standard urbanistici" sono, infatti, sostituiti dalla raccomandazione di "garantire comunque un livello minimo" di attrezzature e servizi "anche con il concorso di soggetti privati". L'obbligo del rispetto quantitativo degli standard urbanistici è già rispettato nei Comuni dove la corretta pianificazione urbanistica è un risultato consolidato, ma è un traguardo ancora lontano in numerosissime città italiane.

Nel progetto di legge si esclude la tutela del paesaggio e dei beni culturali dagli impegni della pianificazione ordinaria delle città e del territorio. elaborazioni grafiche relative al progetto Bofill
immagini tratte da www.bofill.com
Contraddicendo così una linea di pensiero che, da oltre mezzo secolo, aveva tentato di integrare, attraverso la pianificazione, i diversi aspetti e interessi sul territorio in una visione pubblica unitaria.

Il rischio è che si diffonda il modello ispiratore di questa legge, messo a punto dal Centrodestra a Milano, dove il sedicente progetto urbanistico è già inteso come sommatoria di interessi. Su questo punto potrebbe però essere citata anche, con maggiore interesse Savona, che ha vissuto e sta vivendo una drammatica programmazione territoriale e urbanistica. Si pensi ai progetti presentati precedenti all'adozione del PUC, di cui su queste pagine per tante volte ci siamo occupati.

In sostanza si prefigura un deciso arretramento dal principio che sanciva il diritto ad inderogabili condizioni di vivibilità per ciascun cittadino della Repubblica, ovunque si trovi a risiedere. Gli effetti della devoluzione, inoltre, si vedranno anche nell'assetto del territorio: non ci saranno trasferimenti di poteri dentro un quadro chiaro, ma deleghe per discrezionali contrattazioni.

Patrizia Turchi
Consigliera Comunale
in collaborazione con la Lega Regionale delle Autonomie Locali
Savona - 24 Aprile 2005