A chi dice meno, rispondiamo più

6 firme per i Referendum sociali

Una campagna per i diritti, anche attraverso i referendum. Una campagna su questioni fondamentali: dalle tutele sul lavoro, alla qualità del cibo e dell'aria, alla garanzia di una scuola di tutti. Temi che hanno visto la mobilitazione di moltissime cittadine e cittadini, dai piccolo comitati di quartiere, al movimento, al più partecipato sciopero generale della storia italiana. Diritti che molti vorrebbero cancellare o ridurre.

Per il lavoro

Solo le aziende che hanno più di 15 dipendenti sono obbligate a reintegrare i lavoratori licenziati senza giusta causa. Questa norma fu scritta quando la maggior parte dei lavoratori era impiegata in grandi unità produttive. Già allora era una scelta criticabile. Ma oggi ben più della metà dei dipendenti sono impiegati in piccole imprese: tantissime donne e uomini non godono di questa garanzia e, insieme con essa, dei diritti sindacali elementari. Noi ti chiediamo di firmare due volte per estendere a tutte e tutti ogni tutela, abrogando quel limite. Stesso lavoro, stessi diritti.

Per l'ambiente

Il Ministero della Sanità, con una semplice ordinanza, autorizza l'uso di sostanze tossiche negli alimenti e la loro permanenza nei cibi. Noi ti chiediamo di firmare per abrogare questa possibilità.

Un decreto regio del 1933 stabilisce che per utilizzare un terreno per costruirci un elettrodotto non occorre autorizzazione: lo si espropria. La legge andava bene nell'Italia che si elettrificava, un secolo fa, Oggi no, perché l'elettrosmog fa male: le antenne private portano soldi ad alcuni e danni a tutti. Noi ti chiediamo di firmare per abrogare questo esproprio.

Il mondo occidentale produce troppi rifiuti. Oltre che ridurli, bisognerebbe riciclarli, così da determinare ricchezza per tutti. La legge, invece, favorisce con degli incentivi l'utilizzo di inceneritori con la loro diossina e la costruzione di impianti per i rifiuti senza chiedere autorizzazioni. Così si arricchiscono in pochi, mentre tutti siamo più inquinati. Noi ti chiediamo di firmare per abrogare questi incentivi e queste facilitazioni.

Per la scuola

La Costituzione prevede l'esistenza di scuole private, ma senza oneri per lo Stato. Invece, sono soldi pubblici i "buoni scuola", i contributi per le scuole elementari parificate, la partecipazione alla spesa delle scuole private dell'infanzia. Di più: gli istituti privati paritari possono chiedere ad un quarto del loro personale di lavorare gratuitamente. Si sottraggono risorse essenziali alla scuola pubblica, che è di tutti e per tutti, mentre si inseriscono le scuole private nel "sistema nazionale di istruzione". Noi ti chiediamo di firmare per abrogare ognuno di questi privilegi.

la redazione del sito
Savona - 9 Marzo 2002