Tre domande a... Luca Coscioni

La legge in vigore cancella la speranza di cura per 10 milioni di malati italiani

Sul referendum che vuole abrogare totalmente la legge che regolamenta le norme in materia di procreazione medicalmente assistita (L. 40/2004), è calato il pesante silenzio della TV e dei mass-media più diffusi. Per questo è importante sostenerlo firmando subito presso l'Ufficio Elettorale delLuca Coscioni comune di residenza o nei punti di raccolta organizzati (ad esempio all'interno delle feste di Liberazione di Zinola e di Varazze). La posta in gioco è altissima.

Per comprendere al meglio le ragioni dei promotori del quesito referendario abbiamo contattato Luca Coscioni, docente di economia immobilizzato dal 1996 dalla sclerosi laterale amiotrofica nonché esponente di primo piano dei Radicali, che con grande disponibilità ci ha concesso questa breve intervista.

Oscurata dai media e ignorata dai cittadini continua faticosamente la raccolta delle firme per il referendum sulla fecondazione. Perché è importante firmare per il quesito promosso dai Radicali e appoggiato, tra gli altri, da Rifondazione Comunista?

Senza alcun dubbio, senza un dibattito aperto, senza la possibilità di un confronto sui temi della salute della donna, della diagnosi preimpianto, della fecondazione eterologa e della libertà della ricerca scientifica è molto faticosa la raccolta delle firme per abrogare la legge in materia di procreazione medicalmente assistita. Ci è voluto un nuovo sciopero della fame di Rita Bernardini, tesoriera di Radicali Italiani e del segretario Daniele Capezzone, per aprire uno spiraglio di conoscenza necessaria per un confronto su questi temi.

È fondamentale che tale legge venga abrogata. Perché la legge vieta la ricerca sulle cellule staminali, cioè cancella la speranza di cura per 10 milioni di malati italiani. Perché la legge stabilisce l'equivalenza tra embrione e persona. Perché è una legge clericale da Stato etico. Perché la legge obbliga il medico a trattamenti pericolosi per la salute della donna. Perché la legge vieta l'accesso alle tecniche di procreazione assistita alle coppie portatrici di malattie genetiche, ma non sterili. Perché la legge obbliga la donna a far nascere un bimbo malato o interrompere la gravidanza, nel caso di trasmissione di malattie genetiche, obbligando il medico ad impiantare nell'utero tutti gli embrioni prodotti. Perché la legge vieta la fecondazione eterologa ossia con utilizzo di seme od ovociti da donatori esterni.

La raccolta delle firme si sta rivelando sempre più una corsa ad ostacoli contro il tempo anche perché una grossa fetta del cosiddetto "mondo laico" trascura il quesito referendario non accorgendosi che a rischio è la stessa laicità dello Stato. Come fare per coinvolgere in questa battaglia questi settori della società?

Mi permetto semplicemente di dire che il forte balzo in avanti che dovrebbero compiere i veri laici è dare una adeguata dimostrazione del proprio autentico spirito laico assumendo il comportamento diretto all'unica battaglia laica in corso in questo momento nel nostro Paese: quella contro la legge sulla fecondazione assistita e la relativa raccolta firme per abrogarla.

La Legge 40/2004 viene definita dai promotori del referendum "clericale e oscurantista", ma quali sono nel dettaglio i punti più controversi e pericolosi della legge in questione?

Mi soffermo solo su di uno degli aspetti più temibili della legge 40 del 2004: embrione = persona. Io mi schiero insiemi ai compagni radicali e all'Associazione che porta il mio nome per la libertà di ricerca scientifica, non dalla parte di coloro che considerano l'esistenza umana un frammento di qualche più alto disegno divino e non esitano a tollerare, magari imporre, sofferenza in nome di questo disegno, ma dalla parte di coloro che considerano essere sommo bene il prolungamento della vita umana con il miglioramento della sua qualità per quante più persone possibili. La legge 40 del 2004 sulla fecondazione medicalmente assistita riserva ben poco al rispetto della dignità umana, alla libertà, alla democrazia, allo Stato di diritto e al rispetto dei diritti umani delle coppie sterili e dei malati. Non può essere accettata una legge che vieta il progredire delle conoscenze di scienza e biologia per curare malattie a tutto oggi incurabili e aiutare l'umanità. Se il Vaticano ha posto severi divieti morali, i politici che hanno votato favorevolmente tale legge, alzano palizzate sostenendo che il diritto del malato non può scavalcare quello dell'embrione. E non posso convincermi di questo vivendo sulla mia pelle una malattia a progressione certa con la quale vivo quotidianamente la frattura netta tra la vita prima e la vita dopo la malattia.

Marco Ravera e Andrea Petronici
Savona - 12 Agosto 2004


Per maggiori informazioni visita il sito dei Radicali o quello dell'associazione Luca Coscioni.