Il presente ed il futuro di Rifondazione in vista delle elezioni politiche

La redazione del sito incontra Marco Ferrando

In attesa delle imminenti elezioni politiche incontriamo Marco Ferrando, membro della Direzione Nazionale e Marco Ferrandoleader della sinistra interna del Partito.

L'astensionismo negli ultimi anni è diventato un fenomeno prevalentemente del mondo della sinistra. Perché Rifondazione Comunista pur difendendo i diritti del lavoro, le classi sociali più deboli, non riesce a coinvolgere un maggior numero di astenuti?

L'astensionismo ha riguardato negli ultimi anni soprattutto l'Europa. Il fallimento delle socialdemocrazie europee ha portato "il popolo" della sinistra ad una minore militanza politica e parallelamente ad un distacco sensibile dalle urne. In Italia Rifondazione Comunista dalla sua nascita ha conosciuto una ascesa elettorale inarrestabile come "cuore dell'opposizione". Un avanzamento nella società che si rafforza durante Governi Amato, Ciampi e Dini, periodi in cui il nostro Partito nelle grandi città supera elettoralmente i DS. Ascesa che termina con la prima fase di partecipazione al Governo Prodi. In questo periodo viene a mancare la fiducia negli elettori che il PRC si era costruito coerentemente dall'opposizione, questa almeno è la mia analisi.

Esperienza devastante non solo elettoralmente. Il voto alle finanziarie da 100.000 miliardi, il voto al "pacchetto Treu" sulla flessibilità del mercato del lavoro e l'appoggio ad un governo che ha stabilito il record di privatizzazioni in Europa non rappresentano per me una coerente difesa di un interesse sociale ed è quindi inevitabile che nell'elettorato di sinistra si produca un effetto traumatico. Si è invertito un trend positivo che è molto difficile da recuperare.

In ogni caso Rifondazione Comunista continua a essere l'unica forza politica che tratta alcuni temi come quelli del lavoro, come è possibile che non riesca a riallacciare un rapporto più ampio con gli elettori?

La ricollocazione all'opposizione del nostro Partito è ancora troppo recente per innescare una nuova stagione di Rifondazione anche se elementi di inversione di tendenza ci sono stati e ci sono come dimostra l'aumento di voti alle scorse regionali. Ma la sola ricollocazione all'opposizione non basta bisogna ricostruire un'opposizione sociale reale con un radicamento sociale del Partito nei luoghi di lavoro come nel sindacato.

Come è noto il mondo del lavoro sta cambiando. Molti, giovani e non, erroneamente, vedono alcune nostre posizioni come un ostacolo. Come può fare Rifondazione a coinvolgere queste persone?

La massa di lavoratori atipici non è convinta ideologicamente della bontà delle politiche liberiste, è convinta che non ci sia un'alternativa. Non vede un'alternativa e non ha fiducia nella propria forza come leva di costituzione dell'alternativa. Non ha fiducia nel sindacato, non ha fiducia nel partito, non ha fiducia nello sciopero. A questo punto non per convinzione, ma per necessità.

Bisogna agire quindi sulla leva delle contraddizioni sociali che la politica liberista produce, l'agire sul terreno della ricostruzione di opposizione dimostrando con i fatti di sapere strappare controcorrente dei risultati. Una piccola vittoria in una fabbrica o in una categoria è il più grande antidoto che si può produrre alle politiche liberiste.

Oltre alle fasce sociali più deboli non riusciamo a raccogliere nemmeno il dissenso giovanile che si orienta prevalentemente a destra.

Non c'è prospettiva di esplosione sociale senza i giovani come dimostrano il '68, la rivoluzione sandinista, la rivoluzione d'ottobre. I giovani contrariamente al luogo comune sono quelli che fanno la storia.

Negli ultimi anni si è però di fronte ad una situazione contraddittoria perché da una parte voi giovani siete quelli più influenzati dalle "mitologie liberiste" e dalle culture dominanti, dall'altra, essendo giovani, non avete subito il peso delle sconfitte una passaggio dell'intervistadevastanti dalla fine degli anni '70 ai primi anni '90, ne subite quotidianamente gli effetti nella vostra situazione sociale, ma non avete subito il trauma della grande speranza, del grande investimento e della grande delusione.

Mi sembra che la situazione di oggi confermi questa contraddizione. Perché nonostante l'influenza liberista e l'arretratezza politica devastante siete i protagonisti dei molteplici segnali di disgelo sociale in una situazione generale che rimane negativa. Anche in Italia dallo sciopero alla Mc Donald's alla bocciatura da parte degli operai dell'accordo sul lavoro a chiamata alla Zanussi, dai nuovi scioperi alla FIAT alle manifestazione degli operai delle acciaierie di Cornigliano, si vede sul campo un primo timido affacciarsi di una nuova generazione che ha il cervello devastato dalle ideologie dominanti, ma che non si rassegna a vivere e a lavorare in condizioni vergognose.

Credo che l'investimento politico da parte del Partito in questi primi sintomi sia estremamente importante, anche se non è facile trovare il canale di comunicazione proprio perché la coscienza politica è molto arretrata. Il lavoratore che sciopera alla Mc Donald's può anche votare per Berlusconi, paradossalmente, perché non costruisce una connessione fra la sua rabbia e la traduzione politica di questa rabbia. Naturalmente per rivolgersi alle nuove generazioni oggi sono essenziali tre cose. È fondamentale avere una proposta politica efficace, è necessario ridare un volto credibile al socialismo e all'anticapitalismo in modo semplice e comprensibile e infine bisogna essere coerenti.

Quindi secondo te la non belligeranza non va in questa direzione, non costituisce un'attrattiva per nuovi possibili elettori.

È una scelta totalmente contraddittoria con le ragioni di classe del nostro Partito, non fa i conti con la lealtà del Centrosinistra. Il Centrosinistra non è solamente una somma di politiche sbagliate, l'Ulivo nei suoi gruppi dirigenti è la rappresentanza politica del grande capitale in Italia e ha gestito gli interessi del grande capitale, in un passaggio storico cruciale, per tutta la legislatura.

Non ritieni però che il pericolo di una destra prepotente e reazionaria venga vissuta da milioni di italiani come un vero e proprio incubo? E che la scelta della presentazione autonoma di Rifondazione venga descritta come un favore alla destra?

Questo Centrosinistra è il principale responsabile dell'avanzata, nella legislatura, del Centrodestra, in più oggi l'Ulivo si presenta con un programma elettorale in larga misura "mimato" dal programma della destra, al punto che i due poli si rimproverano reciprocamente la copiatura dei programmi. Ma esiste una verità di fondo. Tutte le "alchimie" di alleanza elettorale, istituzionale o politica, a sinistra o di centrosinistra hanno sempre fallito. Ha sempre vinto Berlusconi. Ha perso l'alleanza del polo Progressista nel '94, hanno perso per le ricadute indirette gli accordi politici e di desistenza del '96, hanno perso gli accordi politici e di governo che abbiamo stabilito alle scorse regionali.

Una sola volta Berlusconi ha perso e ha perso di fronte al grande movimento operaio di massa dell'autunno del 1994 quando uno dei più grandi movimenti di sciopero del lavoro dipendente in Italia dai tempi dell'"autunno caldo" ha fatto piegare le ginocchia a Berlusconi e ha creato le condizioni politiche della sua crisi e della sua defenestrazione. Da questo dato il Centrosinistra dovrebbe capire che la destra non si batte con le manovre elettorali, ma si batte ripartendo dalla società sul terreno della ricostruzione di una opposizione di massa di una fiducia dei lavoratori nella propria forza.

Ad ogni modo, anche se può non essere condivisibile, la decisione è stata presa.

Certamente e il Partito è e sarà unito nella campagna elettorale questo è fuori discussione, come è sempre stato. Quelli che ci accusavano di essere scissionisti sono quelli hanno fatto le scissioni nel Partito, noi abbiamo posto problemi politici, portato avanti delle battaglie, rivendichiamo il nostro diritto a presentare una proposta strategica alternativa nel rispetto dell'unita del Partito.

Andrea Petronici
Marco Ravera
Savona - 7 Maggio 2001