Insieme possiamo lavorare bene

Intervista a Marco Bertolotto

Marco BertolottoMarco Bertolotto, quarantacinque anni, già Sindaco di Toirano, è il candidato Presidente della Provincia di Savona appoggiato dal Centrosinistra e da Rifondazione Comunista. Direttore Responsabile dell'Unità di Terapia del Dolore e Cure Palliative dell'Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure ci concede con grande disponibilità, grazie all'aiuto di Franco Zunino, un'intervista. Quello che incontriamo nella sede provinciale di Rifondazione è un Marco Bertolotto a tutto campo: dallo sviluppo economico, al turismo, passando per la politica dei rifiuti.

Esiste una divisione evidente all'interno della nostra provincia. Da una parte la fascia costiera, il ponente in particolare, molto legata al turismo e alle politiche ad esso connesse; dall'altra il levante e l'entroterra più legati al quel poco che rimane di industria e alle necessità logistiche del porto. Una differenziazione che rappresenta, dal nostro punto di vista, una forte ricchezza perché dà la possibilità di rendere più eterogenea la composizione economica della Provincia. Tuttavia in questi anni ha rappresentato un punto di debolezza poiché queste due istanze si sono, anche politicamente, allontanate. Quale è il tuo pensiero al riguardo visto che ti candidi a governare entrambe queste realtà?

Non c'è dubbio che è stato in questi anni un punto di debolezza o perlomeno una opportunità che non è stata intravista. Differenziare all'interno del proprio territorio è fondamentale in modo tale da non dipendere esclusivamente da un elemento di sviluppo. Bisogna lavorare su più elementi di sviluppo.

Una delle nostre capacità dovrà essere proprio questa. Riuscire a valorizzare, laddove ci sono, delle culture imprenditoriali particolari, così come è quella del turismo sulla costa, dell'agricoltura nell'albenganese o dell'industria nell'area savonese e nella Val Bormida, potenziarle e lavorare su queste e poi cercare, una volta creata ricchezza, di utilizzarla per dare sviluppo alle altre zone.

Il concetto di solidarietà che noi abbiamo messo nel nostro programma è anche questo. Riuscire a vivere come Provincia, come unica comunità e non come unità separate. Durante la campagna elettorale ad Albenga o ad Andora parlavo della Val Bormida e in Val Bormida parlavo della riviera. Questo credo sia importante. Un atteggiamento che mi deriva, probabilmente, dalla cultura sviluppata grazie all'esperienza fatta da Sindaco. Sono abituato lavorare in termini di comunità ed è importante che la Provincia si muova tutta assieme. Come una comunità: nel bene e nel male.

Con quali strumenti pensi di riuscire a concretizzare questa forma di solidarietà?

Lo strumento principale è la partecipazione. Se coinvolgi le persone, le fai partecipare sia al processo decisorio sia al raggiungimento degli obbiettivi, riesci a creare questo circuito virtuoso. Del resto ci sono oggi sistemi di government interessanti, c'è una società viva che governa o meglio si autogoverna.

Marco BertolottoPensi quindi di puntare molto di più su una logica sociale che su strumenti fiscali?

Le due cose possono andare assieme. Devo dire, e qui siamo "in casa" di Rifondazione, che il vostro partito ha avuto un grande merito nel mettere una serie di punti fermi per quanto riguarda la partecipazione, il coinvolgimento della società civile.

La leva fiscale è difficile da toccare, ma ha una sua logica e una sua valenza se serve per una redistribuzione dei redditi, se serve per creare servizi sociali, per distribuire la ricchezza. Ma non possiamo parlare solo di leva fiscale.

Il modello turistico in voga nella nostra Provincia è quello "mordi e fuggi", quello "attento" alle speculazioni, quello legato all'idea "l'importante è farli venire" anche se non abbiamo le strutture. Dopo il lavoro fatto come Sindaco di Toirano, ad esempio con la rivalutazione del borgo realizzata sfruttando la grossa attrazione rappresentata dalle grotte, nell'ambito provinciale quali sono le tue idee e i tuoi progetti?

Abbiamo un'economia turistica che sta subendo delle variazioni notevoli. Il turista non vuole più solo il mare, che può trovare anche con otto ore di aereo, dobbiamo quindi puntare su qualcosa di diverso. Un altro punto fondamentale è la formazione. Lavorare sugli imprenditori turistici, sugli operatori e sui proprietari delle seconde case affinché queste possano diventare un aiuto al turismo e non un limite. Inoltre bisogna appoggiare chi oggi ha alberghi e hotel affinché evitino di trasformarli in seconde case, investendo cioè sulla loro attività.

È vero che il nostro è un turismo "mordi e fuggi", lo vediamo anche in questi giorni, ma oggi il turista oltre alla spiaggia vuole anche vedere il borgo, vuole mangiare e bere cose particolari. Da questo punto di vista c'è da fare tantissimo, ma abbiamo tutto ciò che ci occorre per far bene. Abbiamo i borghi, la cultura, la storia, le tradizioni, le peculiarità enogastronomiche.

In questi giorni sto girando tutta la provincia. L'altro giorno ero nelle due Albissole e lì c'è tutto il mondo legato alla ceramica che aspetta solo di essere sfruttato per creare un polo turistico particolare, importante, unico che potrebbe essere una leva per un certo tipo di turismo. Dobbiamo in definitiva comprendere e capire meglio il nostro patrimonio e metterlo in rete.

Una questione scottante relativa al tipo di turismo fin qui praticato è quella dei porti turistici. Quale è la tua posizione sia sul discorso relativo ai posti barca, sia sui volumi che spesso si vogliono associare a questi progetti?

Ogni paese vuole il suo approdo, il suo porto. Un atteggiamento che posso anche capire, ma il problema è che non ci sono i finanziamenti per realizzare simili progetti. Si corre così a cercare il privato che per costruire il porto in questione ribalta l'operazione economica facendo una colata di cemento, costruendo volumi inutili, compiendo una vera e propria speculazione edilizia.

Franco ZuninoÈ una situazione difficile. Capisco i sindaci che si trovano in una simile posizione, ma si devono valutare le conseguenze sull'ambiente. Esistono delle zone, come quella tra Spotorno e Noli, che rischiano danni irreversibili e mi pare che, da questo punto di vista, la posizione del candidato Sindaco Marengo sia molto attenta.

Non sono contrario a priori. I porti turistici possono essere delle buone opportunità se sostenibili dal punto di vista ambientale e se attorno si riesce a creare un indotto di lavoro. Creare al contrario dei parchi per le roulotte del mare non porta a nulla. Ad esempio ci sono situazioni che non capisco. Tra Borghetto e Ceriale si potrebbe fare un unico porto sul confine, invece Borghetto si fa il suo e cento duecento metri più avanti Ceriale ne costruisce un altro. La programmazione aiuterebbe a sistemare un po' le cose, anche se oggi la Provincia non ha competenze specifiche sui porti. Solo su Margonara abbiamo qualche competenza in più.

Comunque devo dire che gli operatori turistici nutrono grandi aspettative nei porti. Anche se quello di Loano, che è gigantesco, alla fine dei conti non sta muovendo nulla e non è ancora ultimato. Il problema è anche questo. Dopo averlo costruito il porto lo devi anche saper mantenere. C'è il rischio concreto di dare il via ad una speculazione edilizia senza ottenere nulla e danneggiando l'ambiente.

Riguardo a certe tematiche si ha la sensazione di rivivere lo scontro dei secoli passati tra Savona e Genova. Lo si può vedere nel contrasto tra il terzo valico ferroviario Genova-Milano ed il raddoppio della linea Savona-Ventimiglia: quest'ultima, una linea ferroviaria di importanza internazionale, è ridotta ad una "mulattiera" ottocentesca ed invece di realizzare il suo indispensabile ed improcrastinabile ammodernamento si parla di terzo valico la cui utilità è almeno discutibile. Situazione simile per quanto riguarda il successo del porto crocieristico di Savona, con Genova che, dopo aver perso importanti volumi di traffico in questo campo, invoca una maggiore sinergia. Si sta creando, almeno a livello di mass-media, una certa frizione con Genova su questi temi? Come possibile Presidente in che modo intendi salvaguardare gli interessi della Provincia?

Penso che questa competizione Genova-Savona ci sia. Savona ha saputo cogliere alcune opportunità e si sta muovendo in una direzione di grande sviluppo, almeno nel breve periodo. Genova è e rimane un grande porto, potrà anche essere in questo momento "stordito", ma quando vuole ci può "schiacciare". Dovremo quindi cercare delle sinergie in questo sistema portuale. È impensabile fare la "guerra" a Genova. Ed è impensabile a questo mondo muoversi facendo delle guerre. Lo stesso problema della nomina del Presidente dell'Autorità Portuale penso sia proprio la conseguenza di questa "guerra". Un porto che sta "viaggiando" come questo, con tutte le opportunità presenti e lo sviluppo futuro è rimasto senza una guida.

Dal mio punto di vista c'è inoltre da giocarsi la questione delle "autostrade del mare". Non ne abbiamo parlato nel programma, ma penso possa essere una soluzione anche alla viabilità nella nostra zona. La Comunità Europea si sta muovendo in questa direzione e noi potremmo diventare una porta privilegiata per l'Europa.

Sul raddoppio della Genova-Ventimiglia ho un'idea mia che non credo campata per aria. In queste settimane ho avuto modo di parlare con diversi comitati sorti nell'albenganese formati da persone competenti e capaci. Il tracciato, dopo molte modifiche, non sopporterebbe né l'alta velocità né il trasporto merci. Avremmo quindi semplicemente una linea ferroviaria con un doppio binario dove oggi c'è un binario unico. Ma vale la pena spendere tutti questi miliardi, sacrificare una parte di area a vocazione agricola, stravolgere la pianura di Albenga per un progetto simile? Forse è da rivedere.

Poi c'è un altro aspetto sulla pianura di Albenga. C'è una scogliera soggetta a ripascimento continuo da parte delle Ferrovie dello Stato che costa centinaia di milioni all'anno. Il Comune di Ceriale ha già affermato che non è in grado di mantenere questa scogliera, ma senza il ripascimento in una decina di anni il mare se la porterebbe via. Chi, se non le Ferrovie, può compiere questo lavoro?

Marco BertolottoPensi allora che sia possibile potenziare il tracciato attuale?

Secondo me nell'albenganese si. Bisognerà trovare il modo. Dal raddoppio in sede, che era previsto, alla modifica di tracciato. Ad esempio da Finale dirigersi nell'entroterra per poi rientrare alla fine di Ceriale in modo da non risultare impattante. Un progetto che va ovviamente studiato bene. Alcune aree (Borghetto, Loano, Borgio) hanno bisogno di togliersi la ferrovia perché con la speculazione che c'è stata gli anni passati non c'è più spazio per niente. Aree che potrebbero essere riutilizzate per la pista ciclabile oppure, e c'è già un'idea ben precisa al riguardo, per un sistema di filobus o di metropolitana veloce. Sono comunque zone da non lasciare in mano ai costruttori.

Una cosa è certa: questa linea ferroviaria va rivista. Anche perché, tra continui saliscendi, si raggiungono pendenze considerate da montagna!

Uno dei temi più scottanti nella nostra Provincia, in particolare a Savona, è quello legato alla politica dei rifiuti. Quali proposte porterai avanti anche in merito alla raccolta differenziata che da programma dovrà tendere al 50%? Come verrà incentivata?

Il riciclaggio va incentivato indipendentemente dalla posizione ideologica. Non possiamo consumare sempre tutto, dobbiamo produrre meno rifiuti e produrli in maniera intelligente. Bisogna entrare nell'ottica giusta per primi noi come amministratori. Crederci. Ad esempio si possono fornire alle famiglie due bidoni uno per l'umido e l'altro per il secco, oppure far fare la differenziazione dei rifiuti all'azienda che si occupa della raccolta e non più alle famiglie troppo spesso demotivate. Inoltre è indispensabile lavorare con le aziende del settore.

Sono stato alla Saint Gobain. L'amministratore delegato dell'azienda mi ha confermato che il vetro, un materiale sempre riciclabile al contrario della plastica o della carta, è più conveniente produrlo dal riciclo poiché si consuma nella lavorazione molta meno energia. Il problema è quindi anche quello di organizzare una raccolta funzionale. Ma non è necessario inventarsi nulla, basta apprendere da esperienze fatte in giro per l'Italia e adattarle alla nostra realtà. Si può sperimentare un sistema in una parte della provincia e, se funziona, estenderlo al resto del territorio.

nelle foto
Marco Bertolotto e Franco Zunino
durante l'intervista
Ho recentemente visitato la discarica di Magliolo e le due di Vado, sia quella di Bossarino, sia quella di Ecosavona. C'è grande attenzione per questi temi. Nella discarica di Ecosavona, ad esempio, partiranno a giorni i lavori per realizzare un sito per la biossidazione. Con un'operazione di questo genere, legata ad una efficace raccolta differenziata e ad una diminuzione dei rifiuti, l'inceneritore risulta inutile. Non serve. Non ha più senso costruirlo.

Ed è quello che abbiamo scritto nel programma. E questo rappresenta un punto forte di discontinuità rispetto all'attuale Giunta che, all'interno del Piano Provinciale dei Rifiuti, prevedeva il ricorso all'incenerimento. Mi sento di dire con assoluta tranquillità che non ci sarà alcun inceneritore, mi sembrerebbe anche anacronistico.

Un altro aspetto delicato riguarda la crisi occupazionale che ha investito la Val Bormida con il caso Ferrania e il caso Rolam. Può rappresentare una svolta il ventilato progetto del retroporto (almeno dal punto di vista lavorativo)? Quale è la tua opinione?

Nessuno ha una bacchetta magica. Bisogna lavorare sul recupero delle aree industriali dismesse e ridare una vocazione industriale a queste aree puntando sulla formazione, la ricerca e l'innovazione. Nello specifico Ferrania è uno dei pochi poli mondiali del settore sia fotografico che medicale e non possiamo assolutamente permetterci di perderlo. Si tratta di intervenire affinché ritorni ad essere un'industria leader nel settore. Dobbiamo occuparcene seriamente, ma non, come molti sostengono, smembrando l'azienda.

Rimanendo in Val Bormida un altro aspetto importante, dal mio punto di vista, è quello della cokeria che è rimasta una delle quattro attive in Europa che da sola produce più della metà del coke prodotto nel continente. Bene. Siccome è l'Europa a chiederci di non chiuderla credo sia giusto che sia l'Europa stessa a farsi carico delle spese per ambientalizzarla e per migliorare la viabilità da e per la cokeria. Questo comunque è un tasto difficilissimo e prima di tutto dovremo guadagnare la credibilità e la fiducia di chi vive, da sempre, al fianco di una cokeria.

Il retroporto è un'ipotesi di sviluppo che però non deve significare prendere la Piana di Rocchetta, asfaltarla e riempirla di containers. Vuol dire recuperare e utilizzare le aree dismesse, creare lavoro vero. Solo così il retroporto sarà un'opportunità. Molto dipenderà dalle nostre capacità e sono convinto che riusciremo nell'intento. Aree a disposizione ce ne sono. Da quella bonificata dell'ACNA di Cengio alla zona di Cairo Reindustria. Non ha senso andare a distruggere zone che sono oasi ambientali. Sono andato a visitare la Piana di Rocchetta ed è un'area bellissima, bisogna essere matti per andare ad intaccarla.

Cosa pensi dei rapporti tesi tra l'amministrazione provinciale e le RSU? In questi giorni è arrivata a tutti i dipendenti una lettera del candidato del Centrodestra Rosavio Bellasio. Come giudichi questa mossa del tuo avversario?

È stata chiaramente una mossa elettorale, poco elegante, che come spesso capita avrà un effetto negativo. Tornando alla vicenda centrale è un errore arrivare agli scontri con le RSU dovunque tu sia. Puoi avere un confronto difficile e teso, ma devi raggiungere un accordo. Mettere addirittura al tavolo delle trattative un avvocato che tratta al posto dell'amministrazione rappresenta una grave mancanza di sensibilità nei confronti di chi lavora.

In questi anni Rifondazione Comunista è stata all'opposizione alla giunta guidata da Garassini. Oggi al contrario è nella coalizione che appoggia la tua candidatura. In cosa è cambiato il Centrosinistra?

Viviamo a livello nazionale un momento politico particolare che si può superare solo stando tutti assieme. A livello locale sono passati cinque anni in cui Rifondazione, se fosse stata al governo della Provincia, avrebbe inciso positivamente. Questo è probabilmente un fattore e credo che il vostro partito abbia fatto questo conto.

Poi sono cambiate le persone. Quelle di oggi non sono quelle di cinque anni fa. C'è una classe politica che prova a stare insieme. Anche i singoli soggetti, per quanto portatori di istanze politiche ben precise, possono influire. L'ho dichiarato recentemente. Franco Zunino poteva porre delle questioni per creare attriti o poteva porle per trovare un accordo (così come i segretari degli altri partiti della coalizione). È prevalsa la logica dello stare insieme pur tra mille difficoltà.

Purtroppo sono forti in molti partiti le spinte per far saltare questo accordo. Al contrario io sono convinto che le diversità siano una ricchezza. Sempre. Vedo il bicchiere mezzo pieno, anche quando è mezzo vuoto. Come del resto Franco che altrimenti non si sarebbe buttato in questa avventura. E oggi è proprio Rifondazione Comunista il partito che rischia di più. La vostra è una grossa scommessa. Il PRC è di fronte ad un bivio: o diventa una forza di governo o sceglie di stare sempre e comunque all'opposizione. Per queste ragioni credo che sarà la formazione politica elettoralmente più premiata, così almeno dicono i sondaggi (scongiuri generali, ndr). Poi però dobbiamo governare, insieme.

Andrea Petronici
Marco Ravera
Savona - 2 Giugno 2004