Per una democrazia dei "rami bassi"

Alcuni spunti programmatici in previsione delle Elezioni Provinciali

una veduta aerea di SavonaCollocandomi al di fuori da un giudizio sull'amministrazione uscente e da una qualsiasi ipotesi di schieramento, mi permetto di proporre a quanti fossero interessati, alcuni punti programmatici (schematicamente riassunti) in vista delle elezioni provinciali savonesi, il cui svolgimento è previsto per il 12/13 Giugno 2004:

  1. Il punto preliminare di quest'ipotesi programmatica riguarda la necessità di avviare un dibattito "dal basso", attorno ad alcune opzioni ben individuate (ed individuabili) tale da suscitare un interesse positivamente rivolto verso la necessità di non concedere deleghe in bianco, esprimendo altresì un forte protagonismo posto, per l'appunto, sul terreno del programma individuato quale elemento esaustivamente discriminante, per qualsiasi prospettiva di aggregazione politico-elettorale. Il punto di partenza di questo ragionamento risiede, infatti, nella richiesta di un salto di qualità che dovrebbe essere compiuto da tutti i soggetti in campo, proprio sul terreno di una ricerca di tipo culturale, atta a determinare scelte adeguate ai bisogni espressi dal territorio. Il campo della "qualità culturale complessiva" ci appare, infatti, come quello dove il complesso politico-istituzionale delle forze impegnate nella realtà savonese, appare più carente. Prevale, ormai, nella nostra realtà come altrove, una concezione personalistica, finalizzata all'uso del potere senza principi e collegata ad un'idea, ormai arcaica, dello "sviluppo" inteso in una dimensione meramente quantitativa e connessa alle fortune di questa o quell'iniziativa, misurata in una dimensione immediatamente speculativa.
  2. Qualsiasi tipo di progetto s'intenda, invece, elaborare, dovrà tenere conto del quadro complessivo all'interno del quale siamo tutti chiamati ad agire. La crisi internazionale, di cui le guerre in corso sono soltanto un punto di drammatica, concreta, visibilità; il peso della situazione economica generale; le esigenze di proseguire nella costruzione sovranazionale rappresentata dall'Unione Europea; la profonda difficoltà che s'incontra nel tenere alta un'idea di valori positivi, all'interno di una società complessa secolarizzata, esposta al richiamo di un uso invasivo e deteriore dei mezzi di comunicazione di massa; rappresentano soltanto alcuni dei fattori "esterni" da cui non è possibile prescindere, anche quando si pensa di osservare e di elaborare ipotesi relative alla nostra modesta realtà locale.
  3. Un'idea di progetto valida quale espressione compiuta di una capacità dell'Amministrazione Provinciale di Savona di determinare indicazioni di valida prospettiva al riguardo del suo territorio, deve rivolgersi a tutta la realtà provinciale, cercando di superare le fratture economiche, sociali, culturali, che ne contraddistinguono le diverse aree (Ponente, Valbormida, Area Centrale, rapporto costa-entroterra) mettendo così in gioco un'ipotesi di diversa, complessiva, vivibilità per i cittadini. Sarebbe imperdonabile se i diversi schieramenti si limitassero a adagiarsi sul tipo di fratture esistenti, coltivando ciascuna il proprio orticello: il Centrodestra limitandosi ad "accompagnare" il modello di sviluppo turistico del Ponente; il Centrosinistra limitandosi a rivolgersi verso l'area centrale (in sostanza la città di Savona e poco oltre) sviluppando semplicemente il "modello" Aurelia Bis, più Bofill, più Margonara. Un modello, fra l'altro, che potrebbe risultare del tutto inadeguato, e perdente, non soltanto, quindi, come pensano molti, devastante per l'ambiente e promotore di alcuni specifici interessi privati, ma soprattutto deleterio per le stesse prospettive di sviluppo economico, propugnate dai suoi stessi sostenitori.
  4. Le attualissime vicende Ferrania e Rolam, ci indicano con chiarezza quale deve essere la priorità, per un'amministrazione di coordinamento, indirizzo, progetto, quale dovrebbe essere quella provinciale: l'occupazione. L'occupazione, in provincia di Savona, non può essere migliorata, sia sotto l'aspetto quantitativo, sia sotto l'aspetto qualitativo, se non passa l'idea di un processo di reindustrializzazione, riguardante le aree di tradizionale insediamento produttivo e nuovi siti (ad esempio: lo spostamento della Piaggio nella piana d'Albenga), riferito ai processi più avanzati dell'innovazione tecnologica. Serve l'individuazione di nuovi settori, un salto di qualità delle imprese già presenti nei settori tradizionali, la non riproposizione del dilemma salute/ambiente (in particolare nella martoriata Valbormida), l'adeguamento degli importanti strumenti di pianificazione territoriale di competenza dell'amministrazione provinciale, al conseguimento di questi obiettivi.
  5. Il turismo ed il settore dei servizi necessitano di un forte impulso: in questo senso vanno avviati a soluzione, una volte per tutte, i problemi delle infrastrutture stradali e ferroviarie, ridefinendo il rapporto tra costa ed entroterra, senza puntare semplicisticamente ad una nuova ipotesi di tipo "cementizio", riservata alle località della costa (dall'invasione dello spazio da parte dei porticcioli turistici, ai progetti di futuribili campi di golf, correlati ad operazioni di mera speculazione edilizia). Per i comuni dell'entroterra risulterebbero decisivi progetti di recupero edilizio, utilizzo di energie alternative, sostegno ad un'innovazione nel tessuto economico e culturale finalizzata al ripopolamento.
  6. Reindustrializzazione, adeguamento delle infrastrutture, assetto idrogeologico del territorio: questi elementi rappresentano gli obiettivi da perseguire, superando i vincoli corporativi che legano la nostra economia, comprendendo come non esista conflittualità tra i diversi settori e le diverse aree geografiche, allorquando si tenti di realizzare soluzioni parziali, collegate però all'interesse generale. Mobilità di capitali, flessibilità nell'adeguamento degli strumenti in dotazione alla formazione professionale, variabilità nell'utilizzo dell'intelligenza produttiva disponibile: questi sono i punti essenziali sui quali basare un'adeguata strategia di superamento dei vincoli corporativi. Serve, inoltre, una visione più moderna dei riferimenti utilizzabili per il reperimento delle risorse, richiamando necessariamente le istituzioni, gli Enti economici pubblici, le associazioni imprenditoriali, il sindacato. Ad una capacità di usufruire di strumenti idonei alla effettiva "promozione dello sviluppo" (contratti d'area, accordi di programma, rete di relazioni interistituzionali verso la Regione, le altre Province, le zone limitrofe collocate al di fuori dal contesto nazionale,ecc.). In questo ambito due obiettivi appaiono d grande rilievo: la rottura, nell'ambito della Regione Liguria, del concetto di "Genova-Città Regione", proponendo anche un rilancio degli stessi compiti istituzionali dell'Ente regionale, sulla base di un'idea "forte" di multipolarità dei centri di servizi. Il recupero, attraverso l'adeguamento delle strutture, il rapporto tra territorio e sedi universitarie, la creazione di centri di ricerca, di quella "fuga dei cervelli", che ha rappresentato, fin dagli anni'60, elemento di grande peso nell'arretramento della nostra capacità collettiva di esprimere "intelligenza produttiva" incidendo negativamente, di conseguenza, sul peggioramento delle condizioni culturali, sociali, economiche della provincia di Savona.
  7. Il pieno adempimento, da parte dell'Amministrazione Provinciale, delle recenti novità legislative che hanno assegnato all'ente intermedio di area vasta compiti di riferimento ordinamentale e progettuale, in funzione della costruzione di un vero e proprio "sistema delle autonomie", all'interno del quale i diversi segmenti istituzionali presenti sul territorio possono essere posti in grado di riconoscersi vicendevolmente, sviluppando pienamente le loro competenze specifiche; utilizzando in funzione di "allargamento democratico" (e non viceversa) le diverse sedi decisionali a livello interistituzionale; affermando, nell'esercizio dei compiti di collegamento e cooperazione istituzionale all'interno delle strutture (ambiti, consorzi, gestione associata di servizi, ecc...) una funzione di salvaguardia dell'interesse pubblico su servizi fondamentali come quelli dell'utilizzo dell'acqua, dei trasporti, della gestione e dello smaltimento dei rifiuti, dell'assetto idro - geologico, del settore socio - sanitario non concedendo spazio ad ipotesi unilaterali di privatizzazione, che significherebbero semplicemente porre questi fondamentali settori al servizio del profitto, anziché in relazione ai bisogni dei cittadini.

Non scendo, ovviamente, in particolari considerazioni di specificità programmatica, limitandomi in conclusione, a ribadire quanto già affermato all'inizio: risulta indispensabile, per qualsiasi ipotesi di proiezione esterna di un progetto di natura politico - istituzionale, dotarsi di un meccanismo organizzativo di forte sensibilizzazione verso i diversi canali della partecipazione politica, che i partiti tradizionalmente strutturati non riescono più ad intercettare con efficacia.

Franco Astengo
Genova - 24 Febbraio 2004