Giornata di lotta, di solidarietà e di denuncia contro il ddl sulla sicurezza approvato dal Parlamento italiano

L'intervento di GianMaria Pace

La stretta securitaria fortemente voluta dalla destra italiana si sta delineando sempre più con maggiore enfasi; anzi è ormai realtà. Ad esserne colpiti nei loro diritti, nella definizione di soggetti detentori di diritti inalienabili sono migranti, senza tetto, border-line, insomma gli ultimi; quelli che, quando li vediamo, lasciamo loro una monetina, quelli che rubano, quelli che sporcano; non credano, però, i cittadini, di essere tutelati per questo.

Di fatto con questo ddl vengono introdotte norme palesemente incostituzionali considerando che violano i diritti fondamentali sanciti anche dalla Costituzione Italiana, dall'assistenza sanitaria, intesa anche come diritto collettivo, alla registrazione anagrafica.

In particolare vediamo come viene introdotto il reato di immigrazione clandestina, per il quale il migrante viene sanzionato e criminalizzato in base ad una condizione personale; il personale medico, amministrativo e sanitario verrebbe obbligato a denunciare il migrante facendo piazza pulita del divieto di segnalazione sancito dall'art. 35 del T.U. sull'immigrazione; inoltre mutano i tempi di detenzione negli ex CPT, oggi CIE, poichè subiscono un prolungamento del tempo da due a sei mesi, nonostante numerose organizzazioni abbiano già denunciato i CPT per le inesistenti condizioni igieniche e di vivibilità; vengono introdotte norme che limitano i ricongiungimenti familiari; gli sportelli di money transfer devono registrare, fotocopiandone il permesso di soggiorno, coloro che utilizzano quel tipo di servizio (questo si va sommare al fatto che il migrante viene sfruttato anche da queste agenzie); viene obbligatorio esibire il permesso di soggiorno per accedere ai servizi pubblici e per gli atti di stato civile, in questo caso l'effetto maggiormente paventato riguarda l'impossibilità di registrazione da parte del genitore straniero privo di permesso di soggiorno; ma si deve considerare anche il fatto che data l'esposizione al rischio della denuncia penale le madri potrebbero essere indotte a scegliere di non partorire nelle strutture sanitarie; l'iscrizione e la variazione anagrafica dei cittadini stranieri viene subordinata alla verifica da parte del Comune delle condizioni igienico-sanitarie dell'immobile, ciò si traduce in una connotazione discriminatoria della disposizione, mascherata da verifica sanitaria, che può pregiudicare l'esercizio, da parte dello straniero regolare, di tutti i diritti correlati all'iscrizione anagrafica, in danno evidentemente delle fasce sociali più deboli; non solo: il ddl punisce con la reclusione fino a tre anni e l'eventuale confisca dell'immobile chi dà alloggio a pagamento, «per trarne ingiusto profitto», a immigrati privi di permesso al momento della stipula o del rinnovo del contratto di locazione casa (devo ancora conoscere il padrone di casa o l'agenzia che affitta un - immobile senza l'obiettivo di trarne profitto; ma qui il profitto che si ricaverebbe è "ingiusto", e quindi illegittimo e illegale, perché chiesto all'immigrato clandestino in quanto tale. L'immigrato clandestino quindi non può avere una casa.

Viene introdotto un contributo, anzi una tassa per la cittadinanza di 200 euro per istanze, dichiarazioni di elezione, acquisto, riacquisto, rinuncia o concessione della cittadinanza che quindi non assume più, in quest'ottica una funzione di garanzia ma diventa una merce; se te la puoi permettere la paghi altrimenti...

Ai lavoratori migranti inoltre non vengono riconosciti i più elementari diritti in materia di diritto del lavoro e continuano ad essere sfruttati in molti settori dell'economia italiana dall'edilizia all'agricoltura, anche in tipologie di somministrazione ed interposizione illecita della manodopera, come nel caso del caporalato.

Come si può osservare i caratteri di incostituzionalità sono palesi, ma il ddl sicurezza non è, in virtù della sua incostituzionalità, solamente una norma razzista che non riconosce i diritti di categorie socialmente svantaggiate; l'operazione è più complessa poiché tramite questa norma si porta anche un duro e preciso attacco alla stessa Costituzione italiana nelle sua parti fondamentali; il fine è quello di delegittimare quelle garanzie, anche attraverso una legittimazione sociale dell'opera del Governo fondata su una percezione di insicurezza creata ad arte e massimizzata dal contributo dei mezzi di comunicazione di massa.

Questa giornata, quindi, non diventa solo un momento di protesta contro il ddl sicurezza, ma assume anche il tono della difesa della Costituzione e delle norme che da essa derivano. Occorre però evidenziare come questo non sia frutto solo di un clima politico e di una prassi politica viziata, poiché si legittima anche da un punto di vista culturale; quindi il conflitto che si crea non deve essere sintetizzato solo ed esclusivamente nella lotta all'azione di Governo, non deve essere incentrato solo ed esclusivamente alla lotta contro Berlusconi, ma occorre soprattutto scardinare quella base culturale che lo legittimano.

Ecco il perché di questa manifestazione; occorre far capire e occorre che tutti capiscano quali sono le ragioni che spingono una persona a migrare ed in caso estremi a delinquere, occorre dire alle persone che non esiste una variabile genetica che porta il migrante a delinquere, occorre dire che a commettere atti delittuosi sono tanto i migranti e gli stranieri quanto gli italiani (mafia, morti sul lavoro, corruzione, P2).

Al tempo stesso non bisogna legittimare le disposizioni di quelle amministrazione locali, quindi compresi i Comuni, che abbracciano la moda delle ordinanze e che si rendono complici, anziché opporsi, delle stesse misure usate dalla destra per emarginare. La povertà non si combatte ghettizzando o perseguitando chi è povero, ma abbattendo le cause economiche e sociali che la producono.

Ma se il popolo italiano crede e plaude a false misure che apparentemente lo tutelano e che lo mettono al sicuro da un nemico socialmente e mediaticamente costruito, che cosa risponde alla necessità di avere una effettiva sicurezza sul posto di lavoro e del posto di lavoro? Come si spiega la progressiva destrutturazione dei servizi pubblici, sanità, scuola, acqua? Come crede che si concilino le norme antimafia contenute nel ddl sicurezza con il suo intero impianto? Mi viene da pensare che queste siano messe lì a posta, in modo ideologico per legittimarne l'intero impianto e poter dire "SI ma la lotta alla mafia con questo ddl viene rafforzata"; ma come si può rafforzare la lotta al sistema mafioso tagliando fondi alla magistratura, vincolando e limitando le intercettazioni o affidando il controllo del territorio alle ronde? Quale sicurezza possono dare persone come Gaetano Saia? Ecco perché il ddl trova anche alcune critiche di prefetti, sindacati, avvocati.

Ed ancora, come si concilia il ddl sicurezza con le recenti aggressioni di tre immagini dal presidio/concerto contro il "pacchetto sicurezza"stampo fascista ai danni di migranti, studenti, attivisti politici e dei diritti civili? Questa ideologia securitaria noi la dobbiamo combattere con il nostro concetto di sicurezza che non si definisce nello spirito ideologico di falsa sicurezza del Governo, delle destre e del capitalismo; la nostra sicurezza deriva dal fatto che a tutti debbano essere riconosciuti e sanciti gli stessi diritti, che siano rimosse tutte quelle cause che limitano la crescita culturale e sociale di ogni persona, che si possa avere un lavoro e tornare a casa la sera.

La nostra sicurezza non sono le ronde, non sono i manganelli, non è la repressione; la nostra sicurezza sono l'uguaglianza e la solidarietà, la nostra sicurezza sono la lotta e la cultura, la nostra sicurezza è, la libertà.

GianMaria Pace
Savona - 11 Luglio 2009