La sinistra e il '900

Presentazione della terza conferenza - Relatire Dino Cofrancesco

Torna spesso nelle riflessioni di chi ha vissuto o studiato la storia dei fascismi un parallelo tra la presa del potere del fascismo e le vicende di questo inizio secolo. Vi sono inquietanti elementi di somiglianza: la crisi del capitalismo e della democrazia ebbero negli anni 20 e 30 uno sbocco di destra non solo per la sottovalutazione e debolezza dei governi liberali, ma per la consapevole scelta delle classi dirigenti di usare il fascismo per strumentalizzare lo scontento popolare.

Nella situazione di oggi vi è una ripresa di quel razzismo strisciante che aggiunge alla appartenenza razziale e territoriale quella religiosa intesa come un elemento identitario da difendere. La crescita numerica e lo spazio politico che le organizzazioni di destra conquistano anche fra gli strati popolari e giovanili sono alimentati dal populismo che offre, in ogni periodo di crisi, capri espiatori sui quali scaricare la rabbia di masse disorientate e preoccupate del prorpio futuro: ieri sugli ebrei, oggi sugli extracomunitari, con identico connotato razzista.

Ben più allarmanti sono comunque le azioni dei governi ritenuti democratici, a partire dagli USA, i quali, etichettando inoltre come terroristi tutti coloro che si oppongono alle loro azioni militari, si autoproclamano portatori di "civiltà superiore", della "religione vera" e della "democrazia" per antonomasia, che rievoca il peggior colonialismo, mentre gli eccidi, le torture, l'oltraggio alla libertà e alla dignità di interi popoli hanno poco da invidiare ai metodi fascisti.

In Europa la condanna del nazi-fascismo è equiparata a quella del comunismo nella sbrigativa definizione del '900 come "secolo degli orrori". In italia AN ha presentato un disegno di legge per riconoscere ai fascisti republicchini che si macchiarono degli stessi crimini dei nazisti, la qualifica di militari belligeranti, alla pari degli appartenenti alle organizzazioni partigiane e all'esercito di liberazione nazionale.

La diffusione di una cultura razzista, familistica, intollerante, anticomunista e antipopolare della destra non sarebbe diventata "senso comune" senza l'ausilio del "centro" e di buona parte della "sinistra" che in nome di un buonismo senza principi, hanno finito per far propria una memoria condivisa, in realtà basata sulla comprensione di idee aberranti e comportamenti criminali.

La deleteria formula "lotta armata uguale violenza, violenza uguale male assoluto" assunta dai sostenitori di una male intesa teoria della non violenza finisce inevitabilmente per ridurre ad un filo la differenza fra oppressi e oppressori, combattenti per la libertà e difensori della tirannide.

Luca Paroldo
Responsabile Cultura e formazione PRC Savona
Savona - 29 Gennaio 2009

L'ascolto della terza conferenza - Petruska

Igor Stravinskij, il 900, Petruska e il registro tragicomico della vita

È impossibile sintetizzare in pochi minuti cosa sia stato nella storia della musica il 900 con gli innumerevoli protagonisti che via via hanno rinnovato il linguaggio espressivo terminando quell'opera in parte cominciata da Beethoven, di uscita definitiva dalla protettiva e rassicurante musica tonale. Igor Fëdorovic StravinskijAbbiamo scelto di parlare di un'opera che di quel grandioso progetto è stata una sicura protagonista come del resto il suo autore: Petruska e Igor Stravinskij.

La storia di Petruska è basata sull'omonimo personaggio della tradizione russa, una marionetta dal corpo di segatura e la testa di legno, che prende vita e riesce a provare dei sentimenti. Assimilabile per molti versi a Pinocchio: "essere" non del tutto reale, le cui passioni provocano il desiderio impossibile di vivere una vita umana.

Qualche accenno sulla gestazione dell'opera che scuotendo una sensibilità ancora dominata dal post-romanticismo e dal sinfonismo di Mahler, introduce nel secolo breve, il 900, il registro tragicomico nella musica.

L'opera fu composta durante l'inverno del 1910-1911 per i Balletti russi di Sergej Diaghilev e fu rappresentata per la prima volta al "Théâtre du Chatelet di Parigi il 13 giugno 1911. Rappresenta uno tra i primi fermenti di rinnovamento della musica e della danza classica del XX secolo|Novecento. Il balletto ora mette in evidenza la sua componente tragica e il ballerino di sesso maschile acquista un ruolo da protagonista.

Nonostante il successo della rappresentazione, alcuni critici furono spiazzati dalle musiche impervie, dissonanti, talvolta grottesche. Ad un critico che, dopo una prova generale, chiese: "Ci avete invitato qui per sentire questa roba?", Diaghilev rispose laconico: "Esattamente".

Quando Diaghilev e il suo corpo di ballo si recarono a Vienna nel 1913, la Filarmonica viennese inizialmente si rifiutò di eseguire la partitura, definendola "schmutzige Musik" (musica sporca).

Massimo Mila, il grande storico della musica, in un saggio dal titolo "Compagno Stravinskij" volle ringraziare il maestro russo per il contributo dato al cambiamento ed al superamento di quella che lui definisce la "straziante lamentela dell'assoluto" che caratterizza gran parte dell'esperienza Mahaleriana con la quale si impone un modello di impegno verso lo stile classico tradizionale che ha caratterizzato la composizione musicale dal romanticismo fino appunto a Mahler.

Stravinskij rivoluziona la musica del 900 oltre che con la forza incommensurabile delle sue invenzioni ritmico orchestrali, con lo sberleffo di una "canzonaccia" di strada ascoltata sotto la finestra del suo albergo sulla costa azzurra, suonata da un organetto, Elle avait une jambe de bois il titolo, ed inserita nell'opera, suonata dal flauto e dal clarinetto insieme al triangolo, nel primo quadro di Petruska, che andremo a sentire.

In realtà pareva a Stravinskij una canzonetta anonima suonata da un ambulante, fino a quando l'autore, un certo Mister Spencer, non si fece vivo, dopo il successo di Petruska a chiedere i diritti d'autore al musicista russo che probabilmente, mentre consegnava la somma dovuta al fortunato avventore, rifletteva su quanto le valutazioni sulla nobiltà di un brano musicale fossero quantomeno arbitrarie.

La grandiosa intuizione di Stravinskij consiste nell'immettere così detti materiali vili in un contesto nobile o riconosciuto tale. Dice Mila: la musica doveva essere tirata giù dal suo Parnaso e scendere in strada a parlare con gli uomini a divertirli e a giocare con loro tra i baracconi e le giostre Igor Fëdorovic Stravinskijdi carnevale.

Giocare, perché il nostro animo tende e vuole la serenità , senza con questo volere scadere necessariamente nella banalità del senso comune. Infatti il brano sovrappone imperioso la forza ritmica e rivoluzionaria dell'orchestra che estende il suo dinamismo fino all'estremo, alla semplicità volutamente immediata della musica popolare.

In un inizio di 900 tempestato da cupi presagi, in cui non mancavano ragioni forti per aderire alla poetica espressionista di Mahler e poi di Schoenberg i quali ponevano le loro energie creative al servizio della denuncia orripilata dei disastri della civiltà, l'esule Stravinskij ci ricorda quanto sia necessario, almeno nell'arte, mantenere aperta la possibilità di comunicare a quella parte irriducibile dell'animo umano che desidera giocare e divertirsi anche nella tragedia. Questo è il paradosso del registro tragicomico della vita, Stravinskij forse lo aveva capito.

Giovanni La Grotteria
Savona - 6 Febbraio 2009

Petruska Prima Stanza